Filtri

Autore

Tipologia

Materiale

Tema

Range di prezzo

Colore

Dimensione

Reimposta filtri
#carta#tela

Ragno Leo

Milano, classe 1984
«Non siamo che scherzi di luce».1Medardo Rosso

MANIFESTO

Non conosciamo il momento esatto in cui per la prima volta nella storia della nostra civiltà si manifestò l’intenzione esplicita di rappresentare l’essere umano. Sicuramente l’idea del ritratto era presente anticamente. Oggi è possibile immortalare le persone in ogni fase della loro vita, ma prima dell’invenzione della fotografia, rappresentare l’individuo singolo o in gruppo non era prassi scontata.

Leon Battista Alberti nel De pictura (1436) sottolineava l’importanza per un’artista di trovare un giusto equilibrio tra l’exemplar (il modello da ritrarre) e l’ingenium, ossia l’intuizione che dà accesso a una conoscenza più profonda rispetto al puro dato fenomenico. L’arte può, quindi, trasformare in immagini il lato più nascosto della realtà, il suo volto più vero e renderlo accessibile agli occhi di tutti gli uomini.  Pantaleo Ragno, non a caso, sceglie la figura umana come soggetto d’elezione del proprio lavoro. Oggi nell’arte il ricorso al ritratto come genere, si traduce in una riflessione consapevole sul problema dell’identità personale e sociale: fluttuante, sfuggente, mai conclusa. Ragno non si serve di lunghe sedute di posa, né tantomeno si accontenta di una rappresentazione istantanea. L’immagine riprodotta è l’elaborazione di un “ricordo” che lascia la sua impronta impressa sulla superficie, una costruzione mentale del soggetto ripescato nella memoria.

Il corpo appare come una massa in movimento e inafferrabile: uno “scherzo di luce”. Il volto e il corpo di una persona vanno al di là dell’apparenza: ci sono lo sguardo, l’espressione, gli impercettibili movimenti. Ogni elemento rivela qualcosa che trascende la mera fisicità e che ci mette a contatto con una sfera di significati più profondi e complessi. Sulla superficie bianca l’essere umano cerca di trovare la sua dimensione dell’essere. L’artista sembra concentrarsi su ciò che ha visto in precedenza e gli è sfuggito: lo spazio e il tempo che vive tra lui e il suo soggetto.

PERCORSO

È il 2009 quando Leo (Pantaleo) Ragno si laurea all’Accademia di Belle Arti di Foggia con una tesi sulla teoria della percezione: “La percezione del corpo nell’arte del Novecento. Il corpo e la società contemporanea”. Si può quindi facilmente comprendere la scelta di concentrarsi su una ricerca artistica dedicata alla figura e al ritratto: «Mi piace molto osservare gli esseri umani e il loro modo di esistere e cercare di raffigurarne l’essenza».

Nella bellissima immagine dello studente che diventa maestro, Pantaleo dopo essersi trasferito a Milano, ritorna a insegnare giovanissimo nella stessa Accademia dove aveva studiato e poi a Macerata e infine a Brera dove insegna Tecniche dell’incisione. Viaggiando lungo la Penisola incontra volti, conosce storie, luoghi e persone. Il suo lavoro è così protagonista di diversi concorsi e mostre (tra le quali, Biennale di Acqui Terme 2007-2009, Biennale internazionale di Firenze 2009, Biennale di Monsummano Terme 2009, “Colori e ombre”- Bookcity Milano 2019).

Di lui anno scritto: A. Papetti 2012, Grafica d’Arte n.81, 2014, G. Rubino 2017, G. Grassi, 2020, L. Zuccala -Artslife 2020, Artmoire, 2020

Opere

Filtri

Opere su commisione

Scrivi alla mail info@alminuto.it: ti metteremo in contattato con Ragno Leo per realizzare il tuo sogno!